Invadiamo le videolezioni, l’idiozia ai tempi del Coronavirus

Invadiamo le videolezioni, l’idiozia ai tempi del Coronavirus

9 Maggio 2020 0 Di lorenzo

Ne abbiamo parlato, e se ne parla oramai da mesi: la scuola si svolge da casa rimane e la videolezione è l’unica via per dare agli studenti (e alla scuola in generale) un minimo di continuità e di parvenza di normalità.

Anche se ora le restrizioni si stanno via via allentanto ci siamo rassegnati tutti all’idea che la scuola non riaprirà prima di settembre, se non per far svolgere gli esami orali ai maturandi.

Ogni scuola – si spera – ha oramai messo in campo delle attività che si svolgono in videoconferenza utilizzando diverse piattaforme adatte a questo scopo. Le più utilizzate a questo scopo sono le seguenti:

  • Zoom
  • Jitsi Meet
  • Skype
  • Google Meet

Gli idioti non erano stati previsti

A scuola, si sa, ci vanno dei bravissimi ragazzi ma anche una risicata minoranza di idioti. Tali idioti non potevano certo sparire durante il Coronavirus e allora ecco che su Telegram e su altri social sono spuntati alcuni gruppi dove i geni si scambiano i link alle varie videolezioni, così da poter entrare in anonimato e disturbare con urla, bestemmie ecc insegnanti e compagni che con dedizione stanno cercando di insegnare e imparare qualcosa anche in questi tempi difficili.

Ma come fanno? Beh, con alcune piattaforme è piuttosto semplice: tutti i software sopra elencati permettono di accedere ad una riunione semplicemente cliccando su un link, non è richiesta alcuna registrazione quindi il troll ha una vita piuttosto facile.

Il vantaggio di utilizzare un sistema come Google Meet qui si fa però evidente: se è sempre vero che è possibile raggiungere una determinata riunione senza registrazione e semplicemente cliccando sul link, è altrettanto interessante capire che se la scuola si è organizzata per avere un account Google Suite for Education fornendo tutti gli studenti di un account istituzionale azzera la possibilità di avere questi idioti nelle proprie riunioni.

Perchè?

Ogni utente facente parte di un’organizzazione, ha accesso diretto alle riunioni della stessa scuola, pertanto non avrà bisogno di chiedere di partecipare ma accederà direttamente. Qualora invece un utente esterno voglia partecipare a quella riunione, dovrà per forza di cose “chiedere di partecipare”, a quel punto l’organizzatore della riunione (tipicamente l’insegnante) si troverà una richiesta di accesso che potrà tranquillamente rifiutare, ben sapendo che non può trattarsi dei propri studenti proprio perché essi accedono alla riunione direttamente.

E se uno studente della stessa scuola volesse fare il burlone accedendo ad altre classi? Lo può fare, e senza chiedere il permesso. Peccato però (per lui) che in quel caso esistono i log della riunione, e in ogni momento sarà possibile vedere chi è entrato in quella videolezione e per quanto tempo ci è rimasto.

E per quelle scuole che non si sono attrezzate con Gsuite o con Office 365?

La vita per è un po’ più dura, e dovranno continuare a sperare che tra i loro studenti non vi siano degli idioti che condividono i link delle riunioni sui vari gruppi Telegram. Proprio su quei gruppi si prediligono piattaforme come Zoom o Jitsi perché le scuole non hanno su queste un controllo effettivo.

Google Meet: ancora una piccola possibilità per gli imbecilli

Anche se Meet è tra i più sicuri anche dal punto di vista che abbiamo appena spiegato e da ll’inizio dell’emergenza ha introdotto funzioni molto interessanti per limitare gli abusi da parte degli studenti, gli idioti di cui sopra hanno trovato ancora un modo per accedere comunque alle riunioni: via telefono.

Ebbene si, Meet (come altri software) permette di partecipare alle riunioni anche via telefono, e allora ecco che, se un normale partecipante alla riunione (uno studente realmente di quella classe si intente), dall’interno della riunione condivide i dettagli della riunione, il “burlone di turno” ha ancora la possibilità di accedere via telefono, basterà inserire nel box il numero di telefono del “disturbatore” e lo stesso verrà chiamato direttamente da Google.

Ovviamente Google e gli altri hanno cercato di fornire un servizio comodo e agevole per tutti, e non avevano messo in conto di avere a che fare con dei “geni” che ne abusano. Attualmente la console di amministrazione di Google Suite non permette di disabilitare completamente questa funzione, quindi l’unica via è cercare di tracciare il numero che è stato chiamato e, se la cosa diventa pesante denunciare alla Polizia Postale gli accadimenti. Questo risicato gruppo di stupidi forse non ha ancora ben chiaro che si tratta pur sempre di interruzione di pubblico servizio.

Ma perché alcuni sono così idioti?

Ovviamente lo fanno in nome dei più deboli! In quei gruppi si dice che “la scuola deve essere per tutti” e che “non è giusto che si penalizzi chi non ha un dispositivo o una connessione”. E allora quale modo migliore per non penalizzare gli altri se non quello di disturbare tutti e far fallire anche questa unica possibilità di poter andare avanti con gli studi in questo periodo? E visto che chi fa parte di questi gruppi rientra tra i fortunati che hanno a disposizione una buona connessione e dei devices adatti, perché non usarli in maniera stupida?! La mamma degli stupidi ha partorito davvero tante, troppe volte!